1) Quando ti sei reso conto del fatto che volevi
scrivere sul serio, diventare scrittore?
Nato a Moncalieri (TO) nel 1980, è uno scrittore, musicista e doppiatore italiano, autore della trilogia Multversum, tradotta e diffusa in 18 paesi. |
A sei anni. Non scherzo, avevo scritto una
storia su un gruppo di mostri e speravo che diventasse un cartone animato da
vedere in televisione. Sotto sotto avevo già capito qual era la mia strada, probabilmente…
2) Come riesci a conciliare i tuoi tempi da
scrittore con il tuo ruolo di padre?
Separo nettamente le due cose. Scrivo solo
quando i bambini sono al nido, quindi al mattino e al primo pomeriggio. Con
loro in casa sarebbe impossibile. E anche ingiusto, penso. I bimbi richiedono
molte attenzioni, così come
un romanzo. Bisogna organizzarsi bene la giornata, perché le due cose sono difficili da sovrapporre.
3) Come reagisci quando un tuo libro riceve una
critica negativa? (Togliti due o tre sassolini dalla scarpa...).
Per fortuna mi sono allenato nella palestra dell’heavy metal. Avendo inciso e pubblicato tre
dischi tra il 2000 e il 2004, mi sono abituato a gestire critiche positive e
negative quando non avevo ancora 25 anni. All’inizio mi arrabbiavo, o ci rimanevo male, e credo che sia così per tutti. Poi ci fai l’abitudine, capisci che fa parte del gioco, e finché non si tratta di insulti gratuiti ma di critiche
interessanti da analizzare per migliorare, le incassi anche volentieri.
4) Come si svolge un giorno di lavoro di
Leonardo?
Mi sveglio presto, accompagno i bambini al nido
e mia moglie alla stazione (lei va al lavoro in treno) e appena sono a casa
apro “Pages” e inizio a lavorare. Se è un
periodo di documentazione, passo ore a leggere, fare ricerche online, studiare
come se dovessi dare un esame universitario. Mi piace molto approfondire, ogni
romanzo ha molto da raccontare ai lettori ma ha anche molto da insegnare a chi
lo scrive.
5) Generalmente i tuoi lettori sono molto più giovani di te, ma è inevitabile che uno scrittore abbia inquietudini tipiche della sua età... percepisci questo come un limite creativo?
Direi di no. Nel caso della saga Multiversum, è vero che il target principale sono i cosiddetti “giovani adulti” (young adult, in gergo editoriale) ma nel corso della trilogia ho
tirato fuori personaggi più adulti
e maturi (come Ben, in Memoria, o la maggior parte dei protagonisti e
antagonisti in Utopia) e questo mi ha permesso di interpretare il punto di
vista dei ragazzi ma anche dei “grandi”. Infatti ho moltissimi lettori adulti che hanno
apprezzato di più Memoria che
Multiversum proprio per questo motivo, per via dell’identificazione che scatta tra il lettore e un personaggio più vicino nell’età e dunque nelle dinamiche psicologiche.
6) Prima o poi vorresti scrivere per un lettore
adulto?
Esclusivamente per adulti? Volentieri. In realtà l’ho
già fatto, anni fa. Ho scritto un thriller
psicologico piuttosto violento, dai contenuti molto forti, che non può in nessun modo essere catalogato nel settore
ragazzi. Ma è ancora “nel cassetto”, non l’ho ancora proposto e
ci sto ragionando su, assieme al mio agente, per capire quale strada seguire
per un progetto simile.
7) Che consigli daresti a chi vuole scrivere ma
si ritrova un blocco al momento di fissare le idee su un foglio bianco?
Camminare. Camminare tanto. Ossigenare il
cervello, e nel frattempo guardarsi attorno. La vita è un costante serbatoio ricco di esperienze e aneddoti. Ci vuole poco a
farsi influenzare da uno sguardo, una parola, una storia. E trovare ispirazione
per un proprio scritto.
8) Un messaggio per i tuoi lettori?
Voglio ringraziarli dal profondo del cuore per
tutto l’affetto e il sostegno. Per me è davvero importante. E nel dire questo, ricordo a
tutti che la Multiversum Saga non è finita!
L’epilogo di Utopia prosegue in Multiversum
Stories, l’antologia di racconti da me curata, online su
Amazon da pochi giorni al prezzo di 0,99. Correte a leggere il mio racconto “Creazione” e tutti gli altri selezionati per la raccolta!
Grazie mille, Leonardo!
(E grazie a Mauro La Mancusa per la traduzione)
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